Date voi stessi loro da mangiare, anche oggi!

 

 Molti anni fa, nel primo viaggio in visita al alcune missioni dell’India,

rimasi profondamente colpito dall’estrema povertà di tanta gente, al centro

della grande città di Mombay e nelle vie circostanti. Avevo letto un libro

che raccontava dell’opera di un grande missionario salesiano il quale

distribuiva ogni mattina un piccolo pane a circa 5000 persone che in fila

lentamente andavano verso la missione. Volli andare a vedere quella scena.

Ancora oggi mi è difficile descriverla per la situazione di povertà che

appariva ai miei occhi e per il miracolo del Vangelo che ancora una volta si

realizzava: il pane dato a migliaia di persone. Il Vangelo ci racconta

questo: Gesù ha compassione della folla e guarisce i malati che gli

presentano. Gesù, che ama con tutto il suo cuore, di vero uomo e di vero

Dio, vuole coinvolgere i suoi in questa compassione, in questo amore verso

le folle, verso chi ha fame, verso i poveri e i malati. Dice ai suoi: “date

voi stessi loro da mangiare”. Un invito, un comando, che ancora scuote il

nostro cuore. Trovano cinque pani e due pesci che un ragazzo ha con sé;

sufficiente per lui, un nulla per tutta quella gente… Ma è un ragazzo

generoso; lo hanno portato da Gesù, si è lasciato affascinare dal suo

sguardo e ha dato tutto quello che aveva. Davanti a lui e davanti gli

apostoli, Gesù prese quei pani e quei pesci, recitò la benedizione, cioè

benedisse e lodò il Padre, spezzò il pani, li  diede ai discepoli e i

discepoli alla folla. Che meraviglia, che amore di Dio, che vita in quel

popolo! Certamente Gesù dimostra tutta la sua potenza di Figlio di Dio, di

Salvatore, in questa moltiplicazione dei pani. Ma qualcuno, molto più

opportunamente, chiama questo non il miracolo della moltiplicazione dei

pani, ma il miracolo della condivisione. Il ragazzo condivide tutto quello

che ha, i discepoli condividono e portano a tutti quello che si trovano fra

le mani: un pane… un amore che non finisce, finché non è arrivato a tutti. E

tutti mangiarono a sazietà e raccolsero i pezzi avanzati, perché nulla deve

essere sciupato.

Chi legge le lettere di Annalena Tonelli, chi conosce un po’ la sua storia,

sa che anche questa umile donna ha dato la vita a Dio e ai poveri e ha

moltiplicato per anni il cibo, le medicine, l’amore ai più poveri della

terra. Quando era a Merka, in Somalia, per un lungo periodo riusciva a

sfamare ogni giorno più di 3000 persone. Non so come facesse. Certamente

faceva tesoro di ogni piccola offerta che le giungeva, anche da qui da

Forlì.

Il Vangelo ci parla di questo miracolo del pane, della condivisione del pane

dell’amore: dell’amore del Signore Gesù, che vuole che quella gente non

venga meno lungo la strada, e così la sta aiutando nel cammino e nella

precarietà della vita.

Ma è Lui che ha detto che “non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola

che esce dalla bocca di Dio”. Per ciascuno di noi c’è bisogno di un cibo

materiale, ma c’è soprattutto, ed è quello che il Signore vuole donare nel

suo  amore infinito, il cibo della sua parola e il cibo del suo Corpo e del

suo Sangue, Eucaristia d’amore, dono totale di sè per ciascuno di noi e per

la vita del mondo. Questo ci verrà presentato in maniera profonda e

commovente nelle prossime domeniche.

Possiamo anche noi contemplare e adorare Gesù, il Figlio di Dio, il

salvatore del mondo che ama così, dando tutto se stesso e coinvolgendo i

suoi discepoli perché tutti sappiamo condividere la nostra vita e ciò che

abbiamo, con i fratelli, con i poveri, con chi ha bisogno di un amore molto

concreto e necessario. Ho avuto fra mani in questi giorni una piccola

rivista dell’associazione Giovanni XXIII. Una fra le tante iniziative che

porta avanti questa grande opera di d. Oreste Benzi è quella intitolata: “un

pasto al giorno”. In questa maniera nelle varie case-famiglie, nelle case di

accoglienza, di fraternità, sparse ormai in tutto il mondo, riescono a dare

un pasto ogni giorno a più di 41.000 persone. Ditemi se questo non è la

bellezza, lo splendore, l’incredibile novità e necessità del Vangelo di

Gesù! Ho qui con me un giovane che si prepara a diventare diacono, servo di

Dio e dei poveri, sull’esempio di Gesù. Il servizio, l’amore, il dono di sé,

la condivisione è certamente la cosa più bella nei consacrati, ma è la cosa

più bella anche nella vita di ogni cristiano, di ogni persona di buona

volontà, che ha consapevolezza dei problemi del mondo in cui viviamo e

trasforma la propria vita in amore concreto.

 

 

Domenica 2 agosto 2020