La gioia della speranza, la pazienza dell'attesa

Ci sono della nostra vita e nella vita della società due atteggiamenti che viviamo molto spesso: la fretta che a volte diventa addirittura tensione, frenesia, corsa, e una convinzione di essere noi i padroni della vita, coloro che la costruiscono, la sviluppano secondo i propri tempi e le proprie prospettive. Davanti al discorso di Gesù, che ci è riportato nel Vangelo di oggi, ci accorgiamo che ci sono realtà e atteggiamenti molto più veri, sapienti; ci accorgiamo come siamo chiamati a vivere. Dice Gesù: “Il regno di Dio è simile al seme che l'uomo ha gettato sulla terra. Ora sia che egli di notte dorma, sia quando di giorno si alza, il seme germoglia e cresce ed egli non sa affatto come ciò avvenga”. L'uomo fa la sua parte, io devo fare la mia parte, ma non conosco lo sviluppo delle mie azioni, non so quanto si avvereranno certe cose. Tutto si sviluppa nella vita per la bontà di Dio e per il mistero che il Signore ha messo dentro a tutte le cose.

Dice ancora il testo la parabola di Gesù: “La terra da sola fa crescere il suo frutto: il filo d'erba, la spiga, i grani che riempiono le spighe”. Il contadino vorrebbe far in modo che tutto avvenisse rapidamente, in pochi giorni, come una mamma forse vorrebbe dare una luce in poco tempo il proprio bambino. Invece ci vuole del tempo per tutte le cose. Anzi le cose importanti richiedono molto tempo. E' il tempo che lentamente sviluppa, fa crescere e porta la vita alla sua pienezza.“Quando il grano è maturo, subito l'uomo prende la falce perché è giunto il momento della mietitura. Comprendiamo che nella vita umana, nella vita cristiana, tutto ha bisogno di attesa, di pazienza, di speranza. Questo avviene nello sviluppo della natura, avviene nella vita fisica materiale delle persone, questo avviene nella vita spirituale. Possiamo imparare sempre di più a contemplare la natura nel suo sviluppo, a rispettare la vita umana in tutte le sue fasi.

L'atteggiamento più vero è quello di sapere che tante cose non dipendono da noi, non siamo noi i padroni delle cose e della vita. C'è il mistero dell'esistenza. Forse ci accorgiamo di questo soprattutto quando la vita è fragile o viene meno; occorrerebbe sapere e vivere tutto questo nella gioia della speranza e nella pazienza dell'attesa. Un'altra parabola racconta Gesù: il granello di senape, molto piccolo, che seminato cresce e diventa una pianta grande. Gesù vuole fare comprendere lo stile di Dio, il quale privilegia le piccole cose, l'umiltà, l'atteggiamento di chi si mette davanti a Dio, sapendo di essere piccola cosa, ma nella piena consapevolezza e nella fede che Dio può fare grandi cose, fa grandi cose, perché è lui il potente, il Signore, la Vita. Abbiamo anche tanti esempi, cominciando da Maria Ss., piccola e povera ragazza di Nazareth, che sa cantare: “Ha guardato l'umiltà della sua serva, ha fatto in me cose grandi Colui che è potente”.

Possiamo pensare alla vita di tante anime belle, di tanti santi. Bernardetta Soubirou è stata scelta come veggente dalla Vergine a Lourdes: una ragazza poverissima, senza istruzione, senza nessuna prospettiva particolare a livello umano. Eppure è stata scelta lei per i grandi i messaggi di Lourdes, lei è diventata un aiuto grande per tutto il mondo, specialmente per la speranza e la santificazione dei malati. A Lourdes si incontrano tante persone provenienti dai vari popoli della terra, a Lourdes gli ammalati trovano la luce e la forza per la loro vita e la loro santificazione. È il progetto di Dio che va contemplato, è l'opera del Signore che va accolta, è l'amore del Signore che sempre ci sorprende, ci perdona, ci dà la possibilità di rispondere alla nostra vocazione, fatta di tante piccole e grandi cose. Siamo chiamati a fare tutta la nostra parte, nell'umiltà e nella fede: in famiglia, nella comunità cristiana, nel lavoro, nei vari aspetti della vita del mondo. Gesù ci incoraggia ad accogliere e continuare a vivere il vangelo nella nostra vita nonostante le nostre debolezze e i nostri scoraggiamenti, a cercare di far fruttificare la verità della sua Parola nella nostra storia."Così è il regno di Dio, come un uomo che getta il seme sul terreno...".Qui ci è dato un grande messaggio di fiducia e speranza, che non siamo soli, che la Parola che tentiamo di annunciare e di vivere non è la nostra e che la buona riuscita dell'annuncio non dipende solo da noi ma soprattutto dalla potenza di Dio: "dorma o vegli l'agricoltore, il seme germoglia e cresce".

Domenica 13 giugno 2021