L’ARTE SACRA NELLE BENEDIZIONI PASQUALI
LA COLLEZIONE DELLE CARTOLINE NELLA RACCOLTA DEL PARROCCHIANO GILBERTO GIORGETTI
Preannunciare con l’arte sacra l’imminente visita del parroco per la benedizione pasquale nelle famiglie della parrocchia è rappresentativo della sensibilità dei preti che affidano il messaggio evangelico all’efficacia delle immagini. Sia don Gian Michele Fusconi, sia don Roberto Rossi, hanno incluso nelle cartoline delle benedizioni pasquali immagini significative inerenti all’anno pastorale o ad un particolare aspetto della vita di fede da porre all’attenzione dei parrocchiani, quale momento di riflessione nell’occasione della tradizionale visita nelle case.
Grazie alla disponibilità di Pina Giorgetti, abbiamo recuperato una cospicua raccolta di cartoline, che fanno parte della collezione di Gilberto, instancabile collezionista di oggetti della storia della Romagna. La preziosa collezione permette di guardare con affetto alle cose che apparentemente sembrerebbero di minor rilevanza perchè legate alla quotidianità, come l’avviso della benedizione. Tuttavia, la raccolta offre spunti di analisi delle proposte effettuate da entrambi i parroci, nonché di recuperare antiche riflessioni suggerite ai parrocchiani cinquant’anni fa e negli anni successivi. Tutto questo è storia: della Chiesa, della comunità parrocchiale, della fede.
Le prime cartoline recavano le immagini della chiesa appena inaugurata. Rosse, blu, verdi, marroni, il prospetto di Regina Pacis veniva elevato ad opera d’arte, unico soggetto sul frontespizio di una cartolina; l’immagine era sufficiente a parlarci della forma ottagona, che significa il giorno della Risurrezione di Cristo, perfettamente adatta al tema che si stava svolgendo. Le cartoline successive recano varie immagini, anche attinenti a particolari delle opere custodite in chiesa, come alcuni dei personaggi in ceramica della cappella dei santi, la formella della Via Crucis raffigurante l’Annunciazione opera di Carmen Silvestroni, l’immagine disegnata del volto della Madonna della Pace di Vitale da Bologna, oppure la scultura in ceramica della Madonna della Pace. Altre ricordano momenti particolari della nostra diocesi, come l’arrivo del papa Giovanni Paolo II nel 1986; il 550° anniversario del miracolo della Madonna del Fuoco; l’anno francescano nel 1982; oppure episodi della storia di particolare importanza come il quinto anniversario della scoperta dell’America.
Le cartoline degli ultimi diciannnove anni recano nel retro la preghiera di benedizione alle famiglie, ma quelle più antiche hanno proposte di riflessione su tematiche evangeliche che permettevano l’incontro della famiglia con la fede. Per la cartolina del 1968 don Michele scelse un brano tratto dalle Lettere familiari del papa Giovanni XXIII, nella quale si ribadisce, in epoca di contestazioni sociali, che «chi ha il cuore largo riceve sempre la benedizione». La ricerca della libertà totale, anche a costo di sradicarsi dall’amore di Dio, segnava la sensibilità del parroco che richiedeva attenzione per proporre un atteggiamento di carità di fronte all’odio. Per coloro che rifiutavano la grazia di Dio c’era la libertà della scelta, mentre per quelli che lavoravano per la vigna del Signore e il Regno di Dio c’era la ricompensa dei sofferenti del vangelo delle beatitudini. Così, la cartolina del 1969 riproponeva le tematiche della perseveranza nella fede e della forza. Nel 1971, invece le parole del Premio Nobel Alexander Solgenitsyn incoraggiavano la nuova missione della parrocchia. Diverse le sollecitazioni a fare del proprio cuore un luogo capiente d’amore, come nella cartolina del 1983 che riportava un passo delle lettere di Benedetta Bianchi Porro, nella quale la ragazza in odore di santità spiegava il significato della croce e della comunità per costituire la Chiesa. «Bisogna vivere per condividere la morte degli altri e
morire per aiutare gli altri a vivere». Don Michele affidava quindi alle parole di Benedetta il senso della vita comunitaria, percorsa nel cammino di fede che si fonda sulla certezza del sacrificio di Cristo sulla croce, per donare la salvezza e la vita eterna a tutti.
La visita del papa in Romagna fu un evento storico per la città e don Michele non mancò di sottolinearlo con due cartoline stampate in anni consecutivi, coincidenti con l’anno mariano celebrato tra il 1987 ed il 1988. Nella prima ribadiva attraverso gli scritti dei primi autori dei primi secoli del cristianesimo (Ignazio d’Antiochia, Ireneo di Leone, Ambrogio di Milano, Girolamo di Stridone e Pier Crisologo di Ravenna) l’importanza del papa e del radunarsi attorno nell’unità con il successore di Pietro; nell’anno mariano riportò le parole del papa sulla venerata immagine della patrona di Forlì.
Gli anniversari dell’edificazione di Regina Pacis don Michele li ha ricordati con particolari immagini. Nel XXV anno (1990) utilizzò un disegno del dipinto che fu collocato per qualche tempo sopra all’ambone, la Madonna della pace di Vitale da Bologna appartenuta al beato Marcolino, oggi in Pinacoteca ai Musei di San Domenico. Nel trentennale (1995) propose la Vocazione di San Matteo, opera di Caravaggio a San Luigi dei Francesi a Roma, con una riflessione sulla chiamata di Cristo ad una vocazione specifica per ogni uomo, da valorizzare al servizio della comunità. Nel quarantesimo della parrocchia don Roberto propose la pregiata ceramica di Gaetano Dal Monte raffigurante la Madonna della Pace, con l’invito ad essere Chiesa unita.
Pasqua 2016
Serena Vernia
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